Tour Monaco
durante il NazionalsocialismoInformazioni in breve
- Durata: tra 1,5 e 3 ore
- Luogo di incontro: da definire
- Come: a piedi
- Per chi: gruppi (max. 25), viaggiatori singoli e coppie! … e famiglie!
- Quando: tour tutto l’anno – Chiama anche il giorno stesso!
- Tour completamente in italiano
- €: contattami
Königsplatz
I Monacensi la ribattezzano il “mare di pietre“. Una pavimentazione in granito bianco era stata ordinata dal Führer per facilitare le adunate delle formazioni nazionalsocialiste e i comizi del Führer. È l’inizio di un’espansione urbanistica. Il regime impiega 6000 uomini in 68 edifici.
Il rogo dei libri
1933, l’Associazione studentesca della Germania mette al rogo tutti i libri non in linea con l‘ideologia nazista. Il gerarca nazista Joseph Göbbels spiega in un discorso pubblico che i roghi sono un ottimo modo per eliminare con le fiamme lo spirito maligno del passato. Erich Kästner nascosto tra la folla assiste al rogo delle sue opere. Oskar Maria Graf fa pubblicare sul Giornale dei lavoratori: “Bruciatemi! Dopo tutta la mia vita e dopo tutto quello che ho scritto ho il diritto di chiedere che i miei libri siano gettati nella purezza del fuoco anziché finire nelle mani grondanti di sangue di personaggi con menti malate.”
I Templi dell’onore
1935, Monaco viene insignita dal Führer con il titolo di “Capitale del Movimento“. Sulla piazza di Königsplatz sorgono gli imponenti Ehrentempel, i “templi dell’onore“, di cui oggi vediamo solo le fondamenta e i due basamenti. Al loro interno i sarcofagi dei 16 militanti hitleriani uccisi nel fallito colpo di stato del partito del 9 novembre 1923.
Il “Patto di Monaco”: Chamberlain, Daladier, Mussolini
1938, tra la notte del 29 e il 30 settembre, Hitler, incontra nel Führerbau Chamberlain, Deladier, Mussolini per la firma del “Patto di Monaco” con cui la Germania nazista rivendicava la porzione di territorio cecoslovacco abitato dai Sudeti, in cui viveva una parte di popolazione di etnia tedesca. L’anno successivo scoppia la guerra.
Brienner Straße: Gestapo
1931, l’ormai radicato e potente Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori (NSDAP) occupa l’ottocentesco Palais Barlow che diventa la Braunes Haus (la casa delle camicie brune), la sede del partito nazista. Oggi l’edificio ospita il Centro di Documentazione sul Nazionalsocialismo. Poco più avanti al numero 18, nel Wittelsbacher Palais, il centro del controllo del terrore: la Gestapo.
Qui il 22 febbraio 1943 Sophie Scholl, cofondatrice del gruppo clandestino di resistenza pacifica della Rosa Bianca viene sottoposta a tortura ed infine ghigliottinata con il fratello Hans e l’amico Christoph Probst. Ricordo a tal propositio “Sophie Scholl”, film vincitore dell‘Orso d’argento per il miglior regista e la miglior attrice nell’anno 2005.
Türkenstraße: Georg Elser
Il 5 agosto 1939 Georg Elser arriva a Monaco, il suo obiettivo, uccidere il Führer. L’ordigno piazzato nella Bürgerbräukeller esplode, ma Hitler proprio quel giorno lascia il comizio insolitamente qualche minuto prima del previsto. Elser viene fatto prigioniero nel campo di concentramento di Sachsenhausen e poi in quello di Dachau. Il 9 aprile 1945 viene assassinato con un colpo alla testa.
Nel 2003 esce un francobollo che lo ricorda con le sue famose parole: Ho voluto impedire la guerra. Nella Türkenstraße, non lontano dall’abitazione di Elser, i meno conoscono l‘installazione dell‘artista Silke Wagner in suo ricordo.
Piazza Geschwister-Scholl & Ludwigstraße: Sophie e Hans
La Ludwig-Maximilian-Universität diventa museo. Sophie frequenta le lezioni, a volte sale le scale fino al piano più alto, poi sfila silenziosamente dalla sua cartella di libri, i volantini di propaganda antinazista che Hans, il fratello la sera prima con Christoph e altri hanno stilato e stampato. Silenziosa e determinata li lascia cadere nell’androne dell’università, poi entra a lezione. La storia, i progetti, i sogni, le speranze, e soprattutto il coraggio di questi ragazzi si respirano in questo ateneo, nel museo a loro dedicato, nei busti che li ritraggono all’ingresso e che quotidianamente incrociano gli sguardi di studenti come lo sono stati loro.
Prinzregentenstraße 1: Haus der Kunst & arte degenerata
Erotismo per spronare gli uomini a generare più figli di razza tedesca. Glorificazione del contadino tedesco che nutre i guerrieri della patria. Eroismo in battaglia. Questi i temi dell’esposizione del 9 luglio 1938 con cui si celebrava la Nazificazione della cultura tedesca. Tutto quello che non rientrava in questi canoni era arte degenerata (entartete Kunst). È il ministro della cultura bavarese, l‘architetto Paul Ludwig Troost, a progettare questo edificio neoclassico, diventando il modello della nascente architettura nazionalsocialista. Joseph Göbbels istituisce nel 1933 la Reichskulturkammer, organo del ministero volto a controllare tutti gli aspetti della vita culturale ed intellettuale della nazione. Il regime agirà sull’intero sistema educativo, sul teatro, sul cinema, sulla letteratura, sulla stampa e sulla radio, dettando così le linee guida del progetto di rinascita della cultura tedesca.
Giardini della Residenz: testimonianze
Lo scultore tedesco Leo Kronbrust e il Monumento alla Resistenza. Incise nel granito di un gigantesco cubo nero si leggono le testimonianze delle vittime del regime nazista, tra cui: Miei cari! Questa è l’ultima lettera che vi scrivo. È stata rifiutata la mia richiesta di grazia. Verrò giustiziato alle 15. Addio, ci rivedremo nell’aldilà. 1944, Josef Hufnagel, 40 anni, di professione contadino.
Odeonsplatz: Putsch 9 novembre 1923
1920, Hitler è diventato capo del partito nazista (NSDAP). Tre anni dopo, il 9 novembre 1923 a seguito di un comizio nella Bürgerbräukeller, il Führer marcia verso il Palazzo del governo, conducendo così il primo colpo di stato, detto anche Putsch della Birreria. I rivoltosi vengono bloccati all’altezza della Feldherrnhalle, segue un conflitto a fuoco con 20 vittime: 16 militanti hitleriani e 4 poliziotti.
Nel 1933 la Feldherrnhalle diventa luogo di culto e memoriale dei Nazisti uccisi nel Putsch. I Monacensi che passano davanti al memoriale devono fare il saluto nazista. Chi vuole sottrarsi, devia nella Viscardigasse, dietro la Feldherrnhalle, che il popolo chiama anche Drückerberggasse, la stradina dello svicolamento.
Nel 1995 lo scultore e bronzista Bruno Wank realizza l’opera dal titolo “Argumente” in ricordo della Resistenza civile e silenziosa dei cittadini monacensi che passavano dalla Viscardigasse.